Max racconta:
Giancarlo Mele, presidente dell'Associazione Carabinieri di Ponsacco (PI), ha avuto l'idea di formare un gruppo di giovani tamburini per animare le manifestazioni storiche del paese. Per concretizzare il progetto, ha chiesto assistenza a Carlo Buscemi della scuola di musica Artwork Village, coinvolgendo poi me e Iacopo Giangrandi come percussionisti per insegnare ai ragazzi delle scuole medie a suonare i tamburi.
Carlo ci ha presentato l'opportunità e, entusiasti, abbiamo accettato. I nostri contatti sono stati successivamente passati a Giancarlo Mele, con il quale ci siamo incontrati nei giorni successivi. Dopo una chiacchierata iniziale, abbiamo proposto di organizzare un primo incontro con i ragazzi del gruppo, scoprendo con piacere la presenza di Marco Visconti, un altro batterista della nostra stessa scuola di musica con cui abbiamo sempre avuto un bel rapporto.
Le lezioni hanno avuto inizio nella sala principale del piano terra di Palazzo Vanni a Ponsacco dove ci siamo preparati per la nostra prima esibizione del 2 giugno 2015.
Nel tempo, si è instaurata un'amicizia con i ragazzi, e oltre alle lezioni, c'erano momenti di svago. A volte ci ritrovavamo anche al di fuori delle lezioni, chiacchierando e scherzando anche dopo le esibizioni. Siamo diventati una sorta di famiglia, sempre in sintonia.
Forse la giovane età mia e di Iacopo ha contribuito a questo, ma è stata un'esperienza che ci ha legati in modo speciale.
I ragazzi crescevano, e non sempre riuscivano a partecipare regolarmente alle lezioni e alle uscite. Così, insieme a Iacopo e Giancarlo, pensammo di organizzare degli incontri all'interno delle scuole medie di Ponsacco, ottenendo il permesso della preside, per presentare il progetto dei "Tamburini di Sacco" agli studenti nella speranza che potesse interessarli.
Registrammo molte adesioni inaspettate, che ci portarono a organizzare delle turnazioni, poiché i 10 tamburini a nostra disposizione non erano sufficienti per tutti i nuovi partecipanti. Dopo le prime lezioni, che servirono a individuare chi fosse portato e chi no, e a permettere ai ragazzi di capire se il progetto fosse di loro gradimento, siamo riusciti a formare un bel gruppo. Questo ci ha consentito di partecipare con serenità alle rievocazioni storiche e non solo, avendo quasi sempre un numero considerevole di ragazzi.
Poco dopo, Iacopo e Giancarlo iniziarono a valutare l'opportunità di ampliare ulteriormente il nostro gruppo. L'idea era quella di aggiungere un elemento sonoro distintivo alle nostre performance: le famose Chiarine. Tuttavia, suonare questo strumento non è solo una sfida tecnica, ma è anche raro trovare giovanissimi capaci di farlo. Di conseguenza, decidemmo di optare per le trombe, un'alternativa che avrebbe arricchito melodicamente il nostro gruppo.
Questo ampliamento ci avrebbe permesso di partecipare a una varietà di eventi, come feste del commercio, carnevali e altro ancora, offrendo un intrattenimento apprezzato anche dai ragazzi del nostro gruppo. Iacopo, con la sua abilità e creatività, si occupò di arrangiare diversi brani conosciuti per i nuovi trombettisti e compose anche opere originali con melodie medievali, adatte agli eventi di ricorrenze storiche. La decisione di introdurre le trombe si rivelò un'ottima scelta, poiché aggiunse un tocco distintivo alle nostre esibizioni, consentendoci di esplorare nuove opportunità e suscitare l'interesse di un pubblico più ampio.
I Tamburini di Sacco hanno affrontato numerose sfide nella ricerca di spazi adatti per le prove. Inizialmente, la sala Valli ci ospitava, ma dopo alcuni mesi questa opzione non fu più disponibile. Ci siamo quindi trasferiti nella passeggiata di fronte alle tribune dello stadio comunale, ma dopo pochi incontri ci fu impedito di continuare a causa di disturbo della quiete pubblica. Inoltre, con l'avvicinarsi dell'inverno, l'area aperta non era più un luogo adeguato.
Successivamente, ci siamo spostati nel salone delle feste al piano terra della Mostra del Mobilio. Tuttavia, anche lì abbiamo affrontato problemi a causa del forte riverbero e del disagio causato al personale e ai clienti del bar confinante. Fortunatamente, l'amico di Giancarlo, gestore della Mostra del Mobilio, ci ha gentilmente concesso uno dei piani vuoti del piccolo grattacelo per le prove. Purtroppo, questa soluzione fu temporanea poiché l’edificio fu reso inagibile dopo alcuni mesi e chiuso definitivamente nei primi mesi del 2016.
Abbiamo cercato nuove alternative, ma tutti i nostri tentativi sono stati vani. Abbiamo tentato, senza successo, di ottenere sponsor interessati a sostenere il progetto, al fine di realizzare uniformi storiche, acquistare nuovi tamburi e bacchette, e magari garantirci l'affitto di uno spazio per le lezioni. Nel frattempo, siamo tornati a svolgere le lezioni nella sala Valli, ma avendo a disposizione solo un giorno, abbiamo perso molti ragazzi e ragazze.
Purtroppo, nonostante i numerosi sforzi, circa tre anni dopo l'inizio del progetto, nei primi mesi del 2018, ci siamo trovati costretti a chiudere definitivamente il progetto “Tamburini di Sacco”. Resterà sempre una bella esperienza che ricordo con il sorriso sulle labbra.